Tassa patrimoniale cos’è
La Tassa patrimoniale è una tassa che viene direttamente calcolata sul patrimonio di un soggetto contribuente, senza collegamento con la produzione di un reddito o di un guadagno.
Recentemente è un argomento di grande attualità viste le difficoltà del governo italiano nel cercare di finanziare la manovra finanziaria proposta e per concorrere a sanare il debito pubblico.
Prima di affrontare in maniera un più specifica l’argomento della Tassa patrimoniale, può essere utile analizzare e comprendere la differenza tra imposte dirette – tra le quali viene annoverata la tassa patrimoniale – e imposte indirette.
Sono imposte dirette quelle che colpiscono il reddito prodotto – o il patrimonio – con riguardo a singoli capitali e classi di reddito, quali espressioni della capacità contributiva di un determinato soggetto, persona fisica o giuridica che sia.
Sono imposte indirette tutte le altre, non direttamente imputabili ai guadagni di un soggetto o alla sua capacità contributiva, ma cosiddette indirette ovvero collegate ad altri tipi di elementi o eventi, quali ad esempio le spese o gli acquisti: tra le altre, ne fanno parte l’IVA (imposta sul valore aggiunto), le accise sulla benzina, sugli alcolici e sui tabacchi.
La tassa patrimoniale è considerata un’imposta diretta, che trova la sua applicazione nei confronti di quei soggetti che risultano proprietari di un certo patrimonio, mobiliare o immobiliare, o di risparmi.
Essa può assumere diverse modalità: dalla più diretta, come il prelievo forzoso dai conti correnti bancari, ad altre forme.
In Italia, le tasse patrimoniali che attualmente colpiscono i contribuenti sono l’Imu (Imposta municipale unica), la Tasi (Tributo per i servizi indivisibili), le imposte di bollo, le imposte di registro, le tasse di successione, le imposte ipotecarie e catastali, ecc..
Da anni, in maniera ricorrente, si sente parlare della tassa patrimoniale e questo discorso è tornato di forte attualità anche recentemente, dopo le difficoltà legate all’approvazione da parte dell’Unione Europea della manovra economica presentata dal governo italiano, dato che la Commissione Europea preme affinché vengano previste misure di aggiustamento dei conti del bilancio pubblico italiano.
Scopri se è possibile evitare un eventuale prelievo forzoso della tassa patrimoniale, aprendo un conto corrente in Svizzera.
Tassa patrimoniale su conto corrente
Con la definizione di Tassa patrimoniale sul conto corrente, si può fare riferimento a due tipologie principali di tassa.
La prima consiste in generale in un prelievo forzoso di importo percentuale sui saldi dei conti correnti bancari o postali, come accaduto nel 1992 durante il governo Amato, quando venne messa in atto con scarsissimo preavviso una tassazione del 6 per mille sui risparmi degli Italiani in banca, autorizzata da un decreto legge d’emergenza, per far fronte alla crisi economica di allora e alla svalutazione della lira.
Tale forma di Tassa patrimoniale consente allo Stato di reperire fondi ingenti in brevissimo tempo e senza particolari spese ma è decisamente impopolare per un Governo dichiarare che da un giorno all’altro verrà prelevata una percentuale de risparmi di ogni contribuente.
Nonostante ciò, l’argomento di una Tassa patrimoniale sul conto corrente è estremamente attuale e tutt’altro che improbabile anche se, verosimilmente, le modalità di applicazione potrebbero essere di tipo differente.
La seconda tipologia di Tassa patrimoniale su conto corrente è meglio conosciuta come imposta di bollo: è stata introdotta nel 2012 dal governo Monti sotto il decreto Salva Italia, come comunicato dall’Agenzia delle Entrate con le circolari n. 48 del 21 dicembre 2012 e n. 15 del 10 maggio 2014.
Essa viene applicata sulle giacenze medie presenti nei conti correnti postali o bancari, sulla base dei rendiconti periodici elaborati dagli istituti di credito. La giacenza media è l’ammontare di liquidità che – appunto in media – risulta depositata per un determinato lasso di tempo (di solito un trimestre, un semestre o un anno) nei conti correnti bancari o postali o nei libretti di risparmio di un soggetto.
Come si calcola la Tassa patrimoniale
Il prelievo forzoso associato alla Tassa Patrimoniale può essere calcolato in misura percentuale direttamente sul saldo del conto corrente bancario o postale.
Per quanto riguarda l’imposta di bollo, invece, il calcolo avviene sui rendiconti delle banche o dei conti correnti postali ovvero sugli estratti conto mensili, trimestrali, semestrali o annuali che le banche comunicano periodicamente ai propri clienti. Solitamente, il cliente riceve il prospetto di rendicontazione annuale con data 31 dicembre, dove risulta addebitata l’imposta di bollo.
Se il rapporto di conto corrente viene instaurato o estinto durante l’anno di riferimento dell’imposizione, l’imposta viene misurata sulla base dei giorni di apertura del conto corrente.
Questa tassa patrimoniale viene applicata anche sui libretti di risparmio, sia postali che bancari. Anche in questo caso, l’importo varia a seconda che il soggetto sia persona fisica e che abbia superato la giacenza media di 5000 euro o che il soggetto sia persona giuridica, in questo caso indipendentemente dal saldo medio risultante a fine anno.
Ancora, è prevista un’imposta di bollo dello 0,2 per cento anche per i conti deposito, certificati di deposito, per i buoni fruttiferi postali e per altri strumenti finanziari. Ovviamente la base imponibile è sempre la giacenza media per il conto deposito e per i buoni fruttiferi, mentre per gli strumenti finanziari viene preso in considerazione il valore del prodotto.
L’imposta di bollo non viene applicata per quei tipi di conti corrente cosiddetti base ovvero quei conti correnti gratuiti riservati ai cittadini meno abbienti che dichiarano un Isee (modello utilizzato da soggetti che richiedono prestazioni agevolate) totale non superiore a 7500 euro.
La giacenza media su cui viene calcolata l’Imposta di bollo è misurata suddividendo il saldo giornaliero all’ultima data utile nel corso dell’anno per il numero di giorni di apertura del conto sempre durante l’anno di riferimento.
Infine, se il conto corrente è cointestato, la giacenza media va divisa per il numero di cointestatari. Quindi, ad esempio, se un conto corrente è cointestato a due soggetti ed ha avuto durante l’anno una giacenza media di 8000 euro, non verrà applicata alcuna imposta di bollo in quanto la giacenza media di ogni cointestatario corrisponde a 4000 euro.
L’imposta di bollo si paga dunque ogni anno, allorché sussistano tutte le condizioni enunciate e, inoltre, se la banca ha una politica di rendicontazione periodica (mese, trimestre o semestre), l’importo viene addebitato al soggetto proprietario del rapporto in più rate. Se, ad esempio, un istituto bancario prevede una rendicontazione trimestrale, nel caso di un soggetto che nel conto corrente ha una giacenza media superiore a 5000 euro per tutto l’anno, quest’ultimo si vedrà addebitate trimestralmente 8,55 euro.
Ipotesi patrimoniale 2018
Ogni qualvolta l’Italia attraversa periodi di instabilità economica e finanziaria, le varie istituzioni economiche europee invitano puntualmente il governo italiano a risolvere il problema con l’introduzione di nuove tasse patrimoniali o altre forme coercitive che vanno a pesare ovviamente sui conti dei contribuenti. Le istituzioni europee basano queste proposte sul fatto che, rispetto al PIL, gli italiani presentano un debito pro-capite più basso rispetto agli altri Paesi europei.
Pertanto, si è tornati a parlare dell’eventuale introduzione di una Tassa Patrimoniale, con conseguente prelievo forzoso che potrebbe gravare sui contribuenti italiani, a causa degli eventi del periodo turbolento affrontato dall’Italia nel 2018: bocciatura delle manovre economiche e finanziarie, contrasti diplomatici con le varie istituzioni europee, il ritorno dello spauracchio dello spread elevato, ossia il differenziale in punti percentuale tra Btp italiani e Bund tedeschi.
Il ricordo del prelievo forzoso del 6 per mille sui conti correnti nel 1992 pesa ancora sulla memoria degli italiani. Tale misura che tuttavia non migliorò la situazione economica e che non fece altro che far perdere consenso al Governo.
Per ora, gli esponenti dell’attuale Governo insieme ad altri analisti del settore dichiarano che l’ipotesi di una Tassa Patrimoniale per l’anno 2018-2019 è poco concreta e non farebbe altro che aumentare ancor di più il malcontento dei cittadini italiani, già gravati da molte tasse dirette ed indirette e inseriti in un contesto economico-sociale poco affidabile.
Oltre a queste considerazioni politiche, secondo gli analisti la Tassa patrimoniale non andrebbe a risolvere i problemi relativi al debito pubblico poiché comporterebbe una riduzione irrisoria dell’indebitamento.
Come evitare la patrimoniale sui conti correnti
Per evitare la Tassa patrimoniale sui conti correnti, negli anni passati si pensava che bastasse trasferire le somme depositate da un conto bancario aperto in Italia ad un conto corrente di una banca con sede in un paese estero. Era pratica comune, ad esempio, pensare di aprire un conto corrente bancario in Svizzera per evitare che venisse applicato un prelievo forzoso sui conti correnti.
Tuttavia, anche se si apre un conto corrente in uno Stato estero, i trasferimenti di denaro vengono solitamente effettuati tramite bonifico. Attraverso il bonifico, il flusso di denaro in uscita può tranquillamente finire sotto le lenti del fisco che effettuerà dunque ulteriori accertamenti. Inoltre, con l’abolizione del segreto bancario, qualsiasi conto corrente aperto in uno Stato estero può essere tracciato e visibile all’Agenzia delle Entrate.
Inoltre, se si sceglie di aprire un conto corrente all’estero bisognerà dichiarare l’esistenza di tale rapporto nel riquadro denominato RW della dichiarazione dei redditi. In sostanza, lo Stato italiano potrebbe imporre comunque una tassazione anche per i conti correnti aperti fuori confine.
Pertanto, un effettivo riparo da eventuali prelievi forzosi sui conti correnti aperti in paesi esteri fondamentalmente non esiste.
Il metodo più idoneo per evitare nuove tipologie di tassazioni patrimoniali consiste nel trasferimento in un altro Stato della residenza fiscale. In questo caso, il Fisco non potrà più fare riferimento per eventuali nuove imposte alle somme depositate presso un conto corrente aperto in una banca di un paese estero.
Esistono poi delle forme di investimento che possono mettere al riparo dalla Tassa Patrimoniale ma si suggerisce di procedere a investire solo se si ciò corrisponda a reale propensione e, comunque, solo facendosi consigliare da esperti fidati.