Buoni fruttiferi postali dematerializzati

Buoni fruttiferi postali dematerializzati

I Buoni fruttiferi postali sono degli strumenti di investimento molto semplice, emessi da Cassa Depositi e Prestiti e garantiti al 100% dallo Stato Italiano. Sono sottoscrivibili in qualsiasi ufficio postale presente sul territorio italiano anche per importi minimi, ovvero a partire da 50 euro.

La sottoscrizione, inoltre, è disponibile sia in formato cartaceo tradizionale che in modalità dematerializzata. Nel primo caso, una volta avvenuta la conferma, il sottoscrittore riceve un titolo cartaceo utile per ottenere il rimborso sia alla scadenza che, eventualmente, in forma anticipata. Nel secondo caso, invece, non vi è la consegna di un titolo cartaceo al sottoscrittore, ma avviene semplicemente la registrazione del buono attraverso una scrittura contabile.

 

Buoni fruttiferi postali dematerializzati: cosa sono

I buoni postali dematerializzati non prevedono l’emissione di un titolo cartaceo da consegnare al sottoscrittore ma il tutto avviene attraverso una registrazione contabile. Ciò significa che l’importo del buono fruttifero sarà segnato sul libretto postale o sul conto corrente del sottoscrittore. Risulta quindi evidente che, per poter sottoscrivere un buono dematerializzato, il sottoscrittore dovrà essere in possesso di un altro strumento finanziario postale, su cui poi potranno essere prelevati e caricati gli importi del buono.

Anche per i buoni dematerializzati, così come per quelli cartacei, è possibile investire piccoli tagli, a partire da 50 euro.

Tutte le condizioni sono le stesse ovvero:

– hanno zero spese di emissione o di rimborso;

– sono soggetti a ritenuta fiscale del 12,50%;

– è possibile richiedere la restituzione del capitale investito in qualsiasi momento.

Ciò che contraddistingue un buono fruttifero cartaceo da uno dematerializzato, perciò, è il fatto che nel primo avviene la consegna del titolo, mentre nel secondo è necessario disporre di un libretto o di un conto postale su cui verrà registrata la sottoscrizione del buono e avverrà automaticamente il rimborso a scadenza.

 

Buoni fruttiferi postali dematerializzati: calcolo interessi

Il calcolo degli interessi dei buoni fruttiferi è abbastanza semplice. Innanzitutto, è importante sapere che questi garantiscono sempre rendimenti certi ovvero tassi di interesse fissi che vengono stabiliti all’atto di sottoscrizione. L’unico onere per il sottoscrittore è rappresentato dalla ritenuta fiscale pari al 12,50%, da calcolare sugli interessi maturati.

Gli interessi variano in base alla tipologia di buono fruttifero sottoscritto e, attualmente, Poste Italiane offre 6 tipologie con rendimenti differenti, elencate di seguito.

1) Buono ordinario con rendimenti crescenti: prevede lo 0,05% lordo alla fine del primo anno per arrivare all’1,50% lordo alla fine del ventesimo anno.

2) Buono dedicato ai minori con rendimenti crescenti: prevede lo 0,5% lordo alla fine del primo anno per arrivare al 2% lordo alla fine del diciottesimo anno.

3) Buono 3 anni plus: con rendimento costante allo 0,40% annuo lordo.

4) Buono 3×2 con rendimenti crescenti e 2 scadenze: prevede lo 0,30% lordo alla fine del terzo anno per arrivare all’1% lordo alla fine del sesto anno.

5) Buono 3×4 con rendimenti crescenti a 4 scadenze: prevede lo 0,30% lordo alla fine del terzo anno per arrivare all’1,5% lordo alla fine del dodicesimo anno;

6) Buono 4 anni risparmio semplice: prevede lo 0,40% lordo alla fine del quarto anno.

La sezione del sito di Poste Italiane dedicata all’argomento offre la possibilità di calcolare con un click gli interessi maturati a scadenza, inserendo unicamente l’importo che si vorrebbe investire e scegliendo lo strumento che più si adatta alle proprie esigenze.

 

Buoni fruttiferi postali dematerializzati 3×4

I buoni fruttiferi postali dematerializzati 3×4 sono uno degli strumenti più interessanti e maggiormente redditizi offerti da Poste Italiane. Si tratta di buoni della durata massima di 12 anni, con quattro scadenze: a 3, 6, 9 e 12 anni. Il sottoscrittore ha la possibilità di chiedere il rimborso in ciascuna delle precedenti scadenze con il riconoscimento degli interessi maturati al compimento di ciascun triennio. Come per tutti i buoni postali, non sono previste spese per commissioni o di sottoscrizione ma anche i buoni fruttiferi postali dematerializzati 3×4 sono soggetti alla solita tassazione del 12,50%.

I rendimenti attuali dei buoni fruttiferi postali dematerializzati 3×4 sono:

– fino alla fine del 3° anno, lo 0,3% annuo lordo;

– fino alla fine del 6° anno, lo 0,75% annuo lordo;

– fino alla fine del 9° anno, l’1,25% annuo lordo;

– fino alla fine del 12° anno: 1,5% annuo lordo.

Le modalità di rimborso per i titoli dematerializzati sono due: è possibile ricevere l’intero valore in un’unica soluzione oppure a scaglioni, in tranche di importo di 50 euro ciascuna o multipli, senza costi aggiuntivi.

 

Buoni fruttiferi postali dematerializzati: rimborso

Il grande vantaggio a favore dei sottoscrittori di buoni fruttiferi dematerializzati è che essi non cadono mai in prescrizione. Il rimborso avviene infatti in modo automatico sul conto corrente o sul libretto postale, nel momento in cui il buono arriva alla scadenza prevista.

Per tutti i buoni fruttiferi postali cartacei, invece, qualora il possessore non ne richieda il rimborso, una volta trascorsi i 10 anni dalla scadenza dello stesso, scatta la prescrizione: ciò significa che non sarà più possibile riscuotere né gli interessi maturati né il capitale investito. Il denaro afferente al buono prescritto viene infatti versato nel Fondo istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze e decade il diritto al rimborso.

 

Buoni fruttiferi postali dematerializzati ordinari o indicizzati all’inflazione

Non tutti i Buoni fruttiferi postali sono indicizzati rispetto all’inflazione.

Indicizzare un titolo significa legare gli interessi maturati su quel titolo all’inflazione di un determinato paese – in questo caso, l’Italia. In estrema sintesi, l’interesse maturato in un determinato periodo non sarà il frutto unicamente di quanto è maturato quando si è acquistato il buono ma dipenderà anche dall’inflazione registrata nel periodo di riferimento. In questo modo, si evitano sia le perdite inflazionistiche (quando i prezzi crescono) che i guadagni inflazionistici (quando i prezzi decrescono), con la certezza di percepire un interesse indicizzato all’inflazione.