Brexit news

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Brexit: quando

Dopo le svariate vicissitudini legate al dopo referendum per la Brexit, pare sia stata stabilita ufficialmente una data per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.

Successivamente al referendum del 23 giugno 2016, che ha sancito la volontà di Inghilterra, Galles, Irlanda del Nord e Scozia di staccarsi dall’Unione Europea, era stata attivata la procedura di notifica al Consiglio Europeo prevista dall’articolo 50 del Trattato di Lisbona, per l’uscita dopo due anni.

Un altro momento importante era stato quello a settembre 2017 del discorso a Firenze di Theresa May, che aveva dichiarato un periodo di transizione della Brexit fino al 2021, seguito poi da negoziati che non hanno portato a risultati realmente concreti ma hanno solo contribuito creare dubbi e tensioni.

Ora, il primo ministro inglese Theresa May ha annunciato il momento preciso del divorzio. In un emendamento alla Withdrawal Bill, la legge quadro che definisce le linee-guida della faccenda, sono state scritte la data e l’ora: la Gran Bretagna uscirà ufficialmente dall’Unione Europea il 29 marzo 2019 alle ore 23.00.

 

Brexit: May

In un’intervista al Daily Telegraph, il primo ministro inglese Theresa May ha dichiarato che non sarà tollerato alcun tentativo di bloccare la Brexit e che essa sta realmente accadendo.

Con questa mossa decisa, la May ha voluto annunciare la determinazione del governo nel chiudere il processo di uscita dall’Unione Europea, in un momento in cui si stanno manifestando chiari segnali di opposizione anche all’interno del suo partito conservatore e si sta parlando di sfiducia.

Secondo il Sunday Times, infatti, ben quaranta deputati conservatori del governo inglese sono pronti a presentare una mozione di sfiducia nei confronti del primo ministro; qualora se ne dovessero aggiungere altri sette, potrebbero previste nuove elezioni interne.

Il ministro degli Esteri inglese Boris Johnson e Michael Gove, ex-avversario di Theresa May durante le elezioni, pare abbiano fatto arrivare messaggi molto chiari nella direzione di una decisa uscita dall’Unione Europea, temendo che la situazione possa sfuggire dal controllo del attuale primo ministro.

Dall’altra parte è sempre più forte la pressione di altri deputati filo-europei che vorrebbero, se non addirittura fare marcia indietro sulla Brexit, quanto meno approvare degli emendamenti per rallentare l’uscita definitiva del Regno Unito dall’Unione Europea. Questa sembrerebbe essere anche la posizione di molti cittadini britannici che, dopo il referendum, si sarebbero convertiti e avrebbero cambiato idea sul fatto di non fare più parte dell’Europa.

 

UE Brexit

Sul fronte dell’Unione Europea, nel frattempo, ci si sta preparando ad ogni evenienza.

Il meeting europeo per la condivisione di una bozza di accordo per la Brexit è stato fissato a dicembre 2017.

A causa delle questioni interne al governo inglese e allo stallo dei negoziati, dovuto soprattutto alla questione del prezzo che il Regno Unito dovrebbe pagare per la Brexit, alcuni esperti affermano che la situazione sta però entrando in una fase di crisi, con conseguente protrarsi dei tempi per accordarsi sui punti rimasti in sospeso e il prolungamento dell’incertezza.

A Bruxelles, nel frattempo, è già stata prevista una squadra per lavorare all’ipotesi di un divorzio della Gran Bretagna dall’Unione Europea senza accordo, che sicuramente non fa presagire gli scenari più ottimistici, essendo preparata soprattutto ad una eventuale mozione di sfiducia al governo di Theresa May, e a una conseguente Brexit improvvisa da…

Conseguenze Brexit

Visti i continui tentennamenti da parte del governo inglese e lo stallo dei negoziati sulle questioni principali della Brexit, il negoziatore dell’Unione Europea Michel Barnier ha dato l’ultimatum alla Gran Bretagna per dichiarare la cifra ufficiale che intenderebbe versare per uscire dall’Europa.

Le preoccupazioni sono dunque molte, anche per il fatto che si sta velatamente facendo strada anche lo scenario più preoccupante: l’Unione Europea ha fatto esplicitamente intendere che è intenzionata a sciogliere qualsiasi accordo commerciale con il Regno Unito qualora quest’ultimo non dovessero pagare il prezzo richiesto per un divorzio consensuale.

In questo caso le conseguenze per i cittadini e per le imprese potrebbero essere di non poca entità, cosa che già ora sta alimentando un crescente clima di incertezza.

Dal canto loro, le imprese europee pretendono infatti chiarezza dalla Gran Bretagna sui suoi obiettivi e sui rapporti futuri con la UE, soprattutto per poter programmare i propri investimenti di medio-lungo periodo.