Whistleblowing: cosa significa e traduzione
In Inglese, Whistleblowing significa letteralmente “soffiare col fischietto”, traduzione che può far venire in mente un arbitro che segnala una infrazione… In effetti, con il termine Whistleblowing, si è soliti indicare la situazione in cui un dipendente segnala pubblicamente o alle autorità giudiziarie un fatto illecito all’interno di una organizzazione, sia essa pubblica o privata; la denuncia può riferirsi alla violazione di norme di comportamento o di regolamento, a corruzione, frode, illeciti di varia natura sia nei confronti dell’organizzazione stessa sia rispetto alla sicurezza o alla salute pubblica.
Vi è un aspetto abbastanza critico nella denuncia da parte di un dipendente verso un altro dipendente o un superiore: il timore di una ritorsione o di una rivalsa nei confronti del denunciante, che impediscono e limitano fortemente l’attuazione sistematica del Whistleblowing, con conseguenze evidenti per l’azienda o l’organizzazione pubblica che sta subendo l’illecito.
La seconda criticità riguarda la forte spinta verso la tutela della reputazione dell’istituzione stessa che, spesso, non gradisce “soffiatori di fischietto” (Whistleblower), che possono mettere in cattiva luce il proprio buon nome.
Si tratta di questioni complesse che hanno reso necessarie forme di tutela giuridica, spesso ancora insufficienti, per agevolare eventuali attività di denuncia che potrebbero migliorare l’ambiente di lavoro di molte organizzazioni e la società in genere.
Whistleblowing: legge e normativa
In Italia, le forme di tutela per i Whistleblower sono assai recenti e, in particolare nel pubblico impiego, si dovrà fare ancora molta strada per incoraggiare modelli virtuosi di comportamento e sostenere le buone pratiche.
Già dal 2012 (legge n. 190), il legislatore aveva cominciato a introdurre disposizioni normative in materia di Whistleblowing nel pubblico impiego. Nel novembre 2017, la Camera dei Deputati ha infine approvato la legge 179/2017, valida sia per la pubblica amministrazione che per le imprese private, che si focalizza sulla tutela dei lavoratori e sul rafforzamento della denuncia di pratiche illecite. La legge 179/2017 detta le Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato: prevede infatti che il dipendente denunciante possa avere la garanzia di riservatezza dell’identità, non possa essere sanzionato, licenziato, demansionato o trasferito.
Whistleblower: film
Whistleblower è anche il titolo di un film della regista ucraino-canadese Larysa Kondracki, prodotto nel 2010, che ha come protagonista una donna poliziotto.
Il film ha registrato un discreto successo, complice il nome di alcuni attori tra cui Benedict Cumberbatch, Vanessa Redgrave e Monica Bellucci.
Di genere drammatico, la pellicola è una esemplificazione dei traffici illegali che vanno ben al di là delle violazioni all’interno delle organizzazioni della pubblica amministrazione o delle imprese private, dato che coinvolgono le organizzazioni internazionali: in questo caso gli alti dirigenti dell’ONU durante le missioni umanitarie. Una denuncia – si potrebbe dire – che la regista mette in atto operando dietro il velo della finzione cinematografica, segnalando le difficoltà, spesso legate alla sopravvivenza stessa, nella denuncia delle attività dei poteri forti.
Whistleblowing nelle banche
La tutela del dipendente che segnala violazioni è prevista anche nel Testo Unico Bancario, ovvero il testo normativo che regola l’intero sistema delle banche italiane; da poco riformato, esso contempla la possibilità di anonimato del denunciante, la cui identità non può essere rivelata senza il suo consenso, tranne nel caso in cui la conoscenza dell’identità sia invece necessaria alla difesa del segnalato, caso peraltro abbastanza frequente. In questo caso, si ravvisa quindi una contraddizione, a metà strada tra il tentativo del rafforzamento delle forma della tutela, da un parte, e l’inevitabile scoraggiamento verso la denuncia di forme di corruzione, dall’altra.
In questo settore, il punto principale riguarda dunque sia la definizione di una corretta normativa sia il ripensamento di un sistema bancario al fine di scoraggiare gli illeciti e, naturalmente, anche di sollecitare nuove forme di comportamento sociale e culturale di correttezza.
Whistleblowing ANAC
Nell’ambito delle misure di garanzia nei confronti dei Whistleblower dipendenti pubblici che segnalano illeciti, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha predisposto un apposito ufficio per punire le ritorsioni causate dalle segnalazioni e che, riportando al Dipartimento della Funzione Pubblica, potrà comminare sanzioni pecuniarie dai € 5.000 ai € 30.000 al responsabile e occuparsi del reinserimento del lavoratore in caso di licenziamento.
L’ANAC sta comunque ancora lavorando sulle linee guida per la gestione delle segnalazioni.