Si premette che, in questo articolo, si utilizzeranno i termini prestito, mutuo e finanziamento come sinonimi.
TAN e TAEG sono gli acronimi di due parametri fondamentali di un finanziamento e, in generale, servono per calcolare il suo costo in termini di interessi.
Ci sono differenze a seconda che si scelga un prestito a tasso fisso o a tasso variabile.
A seconda dei periodi e delle condizioni economiche generali, può essere opportuno scegliere un mutuo a tasso fisso o variabile. Vi sono infatti delle dinamiche per le quali, in alcuni periodi storici, i tassi di interesse dei mutui scendono.
In generale, insieme alla durata, al capitale che viene finanziato, alle rate e alle condizioni, TAN e TAEG completano il quadro per stimare i costi e la convenienza di un prestito.
Cosa significa TAN
TAN è l’acronimo di Tasso Annuo Nominale e si riferisce al tasso di interesse puro di un prestito su base percentuale annua.
In buona sostanza, si tratta del tasso di interesse che gli istituti finanziari e creditizi applicano all’importo lordo del finanziamento: in base ad esso, come è previsto dal piano di ammortamento, viene determinato il valore della quota di capitale e della quota di interessi di ogni rata da rimborsare.
Cosa significa TAEG
TAEG è l’acronimo di Tasso Annuo Effettivo Globale, ovvero il costo complessivo del finanziamento, comprensivo delle spese.
In sintesi, rappresenta un indice percentuale del costo totale del finanziamento, calcolato in relazione a due parametri: la periodicità delle rate (mensili, trimestrali o semestrali) e la durata del finanziamento.
Questo tasso è dunque quello più indicativo e completo in fase di valutazione di un finanziamento.
Differenza tra TAN e TAEG
La differenza tra TAEG e TAN è che il primo è un indicatore generale, dato che rappresenta il costo totale di un finanziamento, comprese le spese ad esso connesse, mentre il secondo è il tasso percentuale che si riferisce ai soli interessi su base annua, ripartiti per rate periodiche.
Nel calcolo del TAN, dunque, non sono compresi gli oneri accessori, come ad esempio le spese di istruttoria, i costi di accensione della pratica e di riscossione delle rate, le provvigioni, che sono invece previste nel calcolo del TAEG.
Infatti, il TAN è fondamentalmente il tasso applicato all’importo lordo del finanziamento dagli istituti creditizi e finanziari, in riferimento al quale si calcolano gli interessi dovuti dal cliente, ovvero il valore di ogni rata di rimborso – costituita dalla quota di capitale + la quota di interessi – che dovrà essere pagata dal debitore fino all’estinzione completa del debito, sulla base del piano di ammortamento previsto.
Il piano di ammortamento è, in estrema sintesi, il programma di restituzione a rate del prestito, che suddivide queste ultime quote di capitale + quote di interessi, indicando anche il capitale residuo che è dovuto alla fine di ogni pagamento.
Nel caso di finanziamento a tasso variabile, il piano di ammortamento è indicativo, dato che gli interessi possono cambiare ad ogni rata.
La legge prevede che il TAN il TAEG debbano essere indicati sia nel documento precontrattuale relativo al finanziamento sia nel contratto definitivo che gli istituti creditizi e finanziari devono consegnare al cliente.
Come si calcolano TAN e TAEG
Per quanto riguarda il calcolo del Tasso Annuo Nominale (TAN), occorre distinguere due casi, ovvero se si stia prendendo in considerazione un finanziamento a tasso variabile oppure fisso.
Nel caso di un prestito a tasso variabile, il calcolo del TAN si ottiene sommando il cosiddetto spread al parametro di indicizzazione riferimento del caso, ovvero il tasso BCE (Tasso di riferimento della Banca Centrale Europea, che indica il tasso al quale quest’ultima concede prestiti agli istituti creditizi dell’Unione Europea) o l’Euribor (Euro Inter Bank Offered Rate); lo spread si riferisce al guadagno lordo dell’istituto finanziario sull’operazione di finanziamento.
Nel caso di prestito a tasso fisso, la base di calcolo del Tasso Annuo Nominale a cui aggiungere lo spread bancario è l’Eurirs (Euro Interest Rate Swap), che corrisponde al tasso di interesse medio che viene applicato dagli istituti bancari della UE per operazioni di durata superiore ad un anno. Questa modalità può consentire l’annullamento del rischio connesso alle oscillazioni dei tassi di interesse.
La formula per calcolare l’importo degli interessi può essere così esemplificata:
Interessi = C * R * T
dove C è il capitale chiesto in prestito, R il tasso di interesse applicato e T la durata temporale.
Ad esempio, se si richiedesse un prestito di 100.000,00 euro da restituire in 10 anni a un tasso di interesse del 1,5 per cento, gli interessi sarebbero così calcolati.
C = 100.000,00 €
R = 0,02
T = 10
Interessi = 100.000,00 * 0,015 * 10 = 15.000,00 euro da restituire in 10 anni.
Dopo aver individuato il TAN, viene stabilito un piano di rimborso tra l’istituto erogante e il cliente del finanziamento, per la distribuire le rate del prestito.
Minore è il Tasso Annuo Nominale e più bassi saranno gli importi delle rate del mutuo e degli interessi.
Per quanto riguarda il calcolo del Tasso Annuo Effettivo Globale (TAEG), occorre prendere in considerazione:
- la durata del finanziamento;
- il TAN;
- il compenso riconosciuto alla banca da colui che richiede il finanziamento, come stabilito direttiva europea EU 2008/48/CE in materia di trasparenza bancaria;
- eventuali spese assicurative, ove previste;
- gli oneri fiscali, come l’imposta di bollo sui contratti;
Qualora ci si accorga di aver stipulato un contratto di finanziamento con una banca a condizioni troppo onerose, è sempre possibile rivolgersi ad un altro istituto creditizio per spostare il prestito grazie al meccanismo della surroga del mutuo.