Tenere i soldi sul conto corrente: vantaggi e svantaggi

Tenere i soldi sul conto corrente: vantaggi e svantaggi

Il Conto corrente è un servizio offerto dalle banche ai loro clienti che presenta vantaggi e svantaggi: dalla praticità ai costi e all’erosione dovuta all’inflazione.

Conto corrente: cosa è

Il Conto corrente è un servizio erogato dagli istituti di credito che, a fronte del denaro depositato in banca dai clienti, si incaricano di custodirlo con elevati standard di sicurezza, mantenendolo disponibile per prelievi senza preavviso.

Il Conto corrente è, in pratica, una sorta di forma di denaro contante ma con velocità, flessibilità di utilizzo e con degli standard di sicurezza maggiori.

 

Conto corrente: vantaggi

Uno dei vantaggi del Conto corrente è dato dal fatto che il denaro custodito si può anche utilizzare per operazioni di pagamento elettronico veloci (ormai quasi immediate) e tracciabili.

Sul Conto corrente (c/c), tramite le domiciliazioni, si può rendere automatico quasi ogni tipo di pagamento periodico come ad esempio l’affitto o le bollette delle varie utenze. Il Conto corrente è inoltre l’unico strumento di appoggio del denaro grazie a cui è possibile emettere assegni, utilizzare bancomat e carte di credito o effettuare investimenti.

La liquidità depositata su un Conto corrente gode di una garanzia statale fino a 100000 euro in caso di furti o in caso di fallimento della banca (i 100000 valgono per ciascun singolo sottoscrittore in ogni banca dove ha un conto).

 

Conto corrente: svantaggi

Uno degli svantaggi del Conto corrente è dato dal fatto che la sua apertura, come per qualsiasi altro prodotto o servizio finanziario, implica il sostenimento di costi.

La maggior parte dei costi è relativa alla gestione dello strumento e, di solito, tali costi sono calcolati su base trimestrale o annuale; in qualche caso, invece, sono di natura una tantum, cioè addebitati solo in fase di sottoscrizione. A questo proposito, va segnalato che, proprio per minimizzare l’impatto dei costi, negli ultimi anni molte banche hanno iniziato a proporre diverse tipologie di conti online che, essendo gestiti tramite mezzi telematici e via Internet, possono essere in molti casi notevolmente meno costosi.

Oltre ai costi operativi, un ulteriore onere per i clienti è rappresentato dall’Imposta di Bollo, fissa e pari a 34,20 euro all’anno sugli importi superiori a 5000 euro di giacenza media annuale (va sottolineato che, essendo l’imposta calcolata sulla giacenza media, è inutile svuotare il conto il giorno prima della rilevazione degli importi per evitare di pagarla).

La criticità più importante di cui bisogna essere informati prima di aprire un Conto corrente è comunque legata al trattamento dei soldi depositati dai clienti qualora la banca incorra in una situazione di forte fragilità. Questo a causa della normativa cosiddetto Bail In ovvero le norme giuridiche, introdotte di concerto con l’Unione Europea alla fine del 2015, che disciplinano la sicurezza delle banche a livello europeo.

Tralasciando i dettagli tecnici, il concetto chiave  è che, secondo la legge, i risparmi depositati dai clienti all’interno della banca sono considerati a tutti gli effetti come veri e propri mezzi con cui i clienti finanziano gli istituti di credito, in maniera simile a chi investe nel loro capitale acquistandone le azioni o le obbligazioni.

In caso di fallimento, come conseguenza del dissesto della banca, quelli che subiscono l’erosione del proprio capitale sono tanto gli azionisti, in quanto proprietari della banca, o gli obbligazionisti (che hanno prestato denaro alla fallita), quanto, paradossalmente, anche i clienti coi loro depositi.

In conclusione, se una banca fallisce, tutti ci rimettono potenzialmente soldi, proprietari o clienti che siano.

È pur vero che, per ripianare le perdite e i debiti post fallimento, i depositi dei clienti sono l’ultima risorsa a cui attingere, ma il pericolo è concreto e reale e l’unica tutela rimane l’assicurazione sui depositi fino a 100000 euro. Tra parentesi, sempre più frequentemente, vengono pubblicati articoli sulle Banche a rischio in Italia.

Alla luce di queste considerazioni, la solidità della banca dove si vuole aprire il Conto corrente diventa l’aspetto principale su cui riflettere prima di farlo.

 

Conto corrente: inflazione

L’inflazione ha delle conseguenze anche sul Conto corrente.

Nella gestione del denaro – e degli investimenti in generale – l’erosione del valore della moneta ad opera dell’inflazione è infatti una delle tematiche più importanti, da tenere sempre presente come metro a cui fare riferimento per misurare costi e risultati.

Questo perché, con il passare del tempo, l’inflazione riduce il potere d’acquisto, cioè la quantità di beni e servizi acquistabili col denaro, e, quindi, è un costo occulto ma ineludibile.

Va detto che, soprattutto coi bassi livelli d’inflazione attuali, la penalizzazione diventa rilevante solo nell’arco di periodi lunghi.

A ben vedere, queste considerazioni non impattano solo chi tiene i soldi in un Conto corrente bancario ma anche chi li tiene in contanti sotto al materasso. La problematica riguarda quindi più la scelta alternativa tra tenere i propri soldi infruttuosi come liquidità – sotto il materasso o in un conto corrente bancario semplice – e, viceversa, investirli in attività che si rivalutino nel tempo, che possono essere più o meno rischiose e più o meno remunerative.

Come regola generale, si può dire che mantenere liquide per intervalli temporali estesi grandi somme di denaro di cui non si ha bisogno è inefficiente e erode progressivamente il loro valore col passare del tempo.